Un mio caro amico si è trasferito sei mesi per il dottorato a Stoccarda e mi ha invitato a trovarlo. Abito molto vicino al confine svizzero e alla fine per comodità ho deciso di viaggiare per la prima volta nella mia vita con le ferrovie svizzere, senza sapere cosa mi aspettava. Con il mio elitario biglietto in mano, arrivo alla stazione di Lugano pregustando il mio viaggio in treno luxury. Ma, con la mia solita fortuna, ovviamente le cose non vanno come previsto. 

Appena salita già scopro che il mio primo treno a causa di un guasto sulla linea non andrà direttamente a Zurigo, dovei avrei il cambio, ma seguirà “un binario di montagna”. Ritardo previsto per il tour della montagna: 40 minuti. E va bene, perderò il secondo treno per Stoccarda, ma il capo treno mi assicura che ci sarà un altro treno. Me lo dirà lui qual è il treno sostitutivo che devo prendere, però torna tra un attimo che deve andare a fare un cosa.
Io mi siedo tranquilla e aspetto. E aspetto. E aspetto.

Dopo due ore, vedo il capotreno passare per caso dal mio vagone senza dare segni di sapere chi io sia e cosa voglia da lui. Lo fermo per ricordarglielo. Mi spiega finalmente che devo prendere un treno per Singen (e dove cazzo è Singen?) e poi cambiare di nuovo per Stoccarda. Appena scendo a Zurigo devo andare al binario 7, se no lo perdo.

Ed è proprio qui che il dramma giunge al suo culmine. Perché il capotreno scorge il passeggero poco dietro di me che ha appena avuto un malore. Si regge al padre e mugugna in tedesco. Inizia la disperata ricerca di un medico a bordo. Ci fermiamo alla stazione successiva dove un’ambulanza lo soccorre, generando ovviamente ulteriore ritardo.

Nel frattempo io e una signora ticinese ci avventuriamo per il treno alla ricerca di un bagno funzionante. Dopo la terza la toilette guasta, finalmente riusciamo ad espletare i nostri bisogni. Sodali, insultiamo le ferrovie svizzere lungo il percorso.

Quando finalmente arrivo a Zurigo, ho pochi minuti per il cambio e mi fiondo seguendo le istruzioni al binario 7. Che non è il binario del treno che devo prendere. Nel panico chiedo informazioni metà in tedesco e metà in inglese e vengo rispedita al binario 1. Dato che è mezzogiorno ormai, vorrei prendermi un bagel per pranzo, ma il negozio dei bagel al binario ha finito TUTTO e sta chiudendo.

A questo punto rinuncio e mi fiondo sul treno per Singen, dove il controllore mi fa il terzo grado perchè non ho il biglietto giusto. Cambio per Stoccarda percorrendo la stazione a tempo di record e finalmente mi siedo dopo svariate ore sul mio ultimo treno.
Per un attimo mi rilasso, finchè la simpatica pensionata tedesca accanto a me crea una crisi di panico generale dicendo che il treno non è un diretto, ma c’è da cambiare ad Engen (e dove cazzo é Engen??). La situazione rientra e a parte la temperatura polare sulle ferrovie tedesche la quiete torna.

O quasi, perché sul mio ultimo treno è in corso un addio al nubilato, il team bride è in giro a distribuire shottini e preservativi in cambio di penitenze. Tra l’altro, non sono le uniche sbronze o cariche di birra, il che mi fa sorgere qualche interrogativo sulla tratta Singen-Stoccarda. Mi infilo nel cappuccio con le cuffie e cerco di non dare nell’occhio. E alla fine in qualche modo a Stoccarda ci sono arrivata.