Le tradizioni di Natale in Polonia sono una cosa molto seria. Il paese è molto cattolico ed ha uno dei numeri di praticanti più alti d’Europa. Quando entro in una chiesa polacca mi capita praticamente sempre di trovarci qualcuno che prega. Va da sé che il Natale sia una festa molto importante, a cui sono legate molti riti e tradizioni. Alcune sono molto simili a quelle italiane, altre sono sicura che vi lasceranno abbastanza sorpresi. Per quanto mi riguarda, Kolędy e opłatek hanno sempre fatto parte dei miei Natali da bambina e non riesco a immaginarmi di passarli senza.

 

Le tradizioni di Natale in Polonia: i primi segni dell’arrivo delle feste 

In Polonia cominci a sentire che il Natale si sta avvicinando a dicembre, non tanto per le lucine in città, ma per tre immancabili tradizioni tutte polacche. Qualche settimana prima del Natale infatti i vari Auchan, Kaufland e via dicendo, insomma tutti i supermercati di grande superficie, montano nei loro corridoi una piscinetta. La piscinetta viene riempita d’acqua e di carpe (in polacco “karp”), il pesce che tradizionalmente non puó mancare alla cena della vigilia. Le carpe vengono tenute vive e fresche fino all’ultimo, ma c’è anche chi per non sbagliare fa scorta in anticipo e poi le tiene qualche giorno a nuotare nella vasca da bagno di casa, come fece una volta mio nonno. I polacchi che vivono in campagna invece non hanno bisogno di andare a pescare all’Auchan, perché se hanno un grande giardino allora é sicuro che avranno anche oczko wodne, una sorta di piccolo stanno artificiale. E se hanno ocko wodne ci nuoteranno sicuramente delle carpe, probabilmente tutto l’anno. Forse vi sembrerà bizzarro, ma via assicuro che avere uno stagnetto in giardino per i polacchi è davvero molto molto comune (guardate qui la guida di bricomarché per costruirsene uno da soli).

 

Tra le tradizioni di Natale in Polonia ovviamente c’è quella del cenone, a base di piatti come l’insalata russa, la carpa o pierogi ai funghi e cavolo. 

Il secondo chiaro segnale che il Natale è alle porte é il manifestarsi degli alberi, che a una settimana dalla fatidica data invadono letteralmente la città. Li trovi fuori dai centri commerciali, nei mercati, ai lati delle strade, ti stupisce quasi che non li vendano ai semafori. Per un polacco, come per molti altri abitanti del nord, non esiste che per Natale si utilizzi un triste e tetro alberello di plastica. L’albero dev’essere di legno, odorare di resina e perdere aghi per tutta la casa. E cosí a dicembre inizia la mattanza dei sempreverde destinati a questo scopo. Molti muoiono in vano e finiscono ammucchiati in discarica senza aver nemmeno provato l’ebbrezza delle lucine.

Il terzo insegnale che credetemi è davvero impossibile non cogliere sono kolędy, che iniziano ad invadere le radio e le televisioni di tutta la nazione. Andranno avanti ad essere suonate anche per un bel pezzo di gennaio, quindi non potete proprio perdervele. Infatti mentre nel resto del mondo la radio ripropone i soliti successi commerciali (last Christmas, all I want for Christmas is you, Jingle Bells etc) ma con qualche sporadica novità, la Polonia resta fissa su questi intramontabili successi di Natale. Stiamo parlando di pezzi indimenticabili come “Bóg się rodzi” (Dio nasce), “Dzisiaj w Betlejem” (oggi a Betlemme), “Gdy się Chrystus rodzi…” (dove nasce Cristo…), “Cicha noc, święta noc” (la traduzione polacca di Silent night). Kolędy sono così sentite anche perché hanno una tradizione molto antica in Polonia, si dice che la prima sia stata composta nel 1400. Molto sono rimaste solo nella memoria storica e altre vengono cantate solo in alcune regioni, ma non c’è dubbio: non può essere Natale senza!

Se siete curiosi di sentirle, vi lascio qui sotto “Dzisiaj w Betlejem”, che è una delle mie preferite!

 

E finalmente, la sera della vigilia di Natale…

Alcuni pezzetti di opłatek.

Poi arriva finalmente il fatidico giorno. In Polonia la celebrazione più sentita è quella della vigilia, mentre il pranzo di Natale è molto meno importante. Neanche a dirlo, proprio come in Italia, le preparazioni in cucina iniziano anche con uno o due giorni d’anticipo. I cibi che non possono mai mancare sulla tavola di Natale sono il borsch (una zuppa di barbabietola di origine ucraina), i pierogi oppure uszka (dei ravioli di ripieni, i primi più grandi e i secondi più piccoli) e ovviamente l’immancabile carpa, di solito fritta. Per tradizione non si mangia assolutamente carne e a tavola ci devono essere 12 portate, come i 12 apostoli. 

Mia nonna non è molto precisa sul numero delle portate e al posto del borsch prepara una zuppa di pesce (“una volta che ho la carpa tanto vale usare la carpa”). La cena si chiude di solito con dei dolci molto ricchi, speziati o con frutta secca. I due più diffusi sono piernik (una torta soffice speziata di solito farcita di marmellata) e makowiec (un rotolo ripieno di sei di papavero, zucchero e frutta secca).

Bisogna poi apparecchiare la tavola, partendo da qualcosa che non va sopra, ma sotto alla tovaglia. Infatti tradizionalmente si sparge sempre del fieno (siano wigilijne) sul tavolo prima di coprirlo, a ricordare che Gesù bambino è nato in una stalla, in povertà. Di solito il fieno viene benedetto e consegnato ai fedeli in chiesa qualche domenica prima del Natale. Quando  si sistemano i piatti bisogna stare attenti a fare i conti, perché va aggiunto sempre un coperto in più. Questo posto viene lasciato vuoto ed è per un eventuale “l’ospite inaspettato” (in polacco niespodziewany gość). Quindi, se mai doveste presentarvi all’ultimo minuto ad un cenone polacco, non di preoccupate: state solo rispettando la tradizione!

Prima di cominciare la cena c’è lo scambio tradizionale di opłatek, un’ostia rettangolare benedetta. Ogni persona ne riceve un foglio e ne da un pezzettino a tutti i presenti, scambiandosi gli auguri di buon Natale.

Dopo il cenone segue sempre rigorosamente la famosa messa di mezzanotte che si, come da noi dura almeno 2 ore. Peccato che nel mio caso mia nonna mi faccia arrivare pure circa 45 minuti prima, perché ha paura di non trovare posto. Non ha tutti i torti, perché siamo in Polonia, ed effettivamente vi assicuro che la chiesa di periferia in questione all’ora dell’inizio della messa è talmente piena che ci sono diverse persone in piedi.

 

Bonus track: altre festività polacche legate al Natale

In Polonia si celebra anche Święty Mikołaj (San Nicola) il giorno 6 dicembre, una festa simile alla nostra epifania. Infatti nella notte tra il 5 e il 6 San Nicola porta ai bambini buoni dei o dolcetti, mentre i cattivi invece ricevono una rózga (se volete comprare una rozga potete farlo qui su Allegro, l’amazon polacco). L’epifania si celebra come da noi il 6 gennaio, ma solitamente si va a messa o ci sono processioni con i re magi.

Il capodanno si festeggia più o meno come in Italia (tradizionalmente si mangia il sernik, la versione polacca della cheese cake). Il capodanno non ha assolutamente l’importanza che ha in altri paesi slavi come la Russia e la Bielorussia, dove si tratta della festa principale. I polacchi sanno bene chi sia Ded Moroz (papà gelo, il Babbo Natale russo) perché durante il comunismo si spingeva molto su questo personaggio pagano contro il San Nicola cattolico. Ma la tradizione cristiana, che in Polonia è molto legata anche all’opposizione al regime comunista, ha avuto decisamente la meglio.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Non dimenticare di seguirmi su Instagram!

Se invece ti interessano più storie sulla Polonia, ricordati di dare un’occhiata alla sezione del sito dedicata alla Polonia