Isola d’elba in mountain bike: l’inizio del percorso calamita, dove abbiamo trovato alcune calette paradisiache completamente vuote. 

Girare l’isola d’Elba in mountain bike è probabilmente uno dei modi più belli per vederla: tra fuori strada a picco sul mare e foreste di pini marittimi ci sono pendenze per tutti i gusti. Noi abbiamo scelto come base di partenza la cittadina di Capoliveri, una località che gli appassionati delle due ruote conosceranno bene.

Infatti qui si tiene ogni anno la Capoliveri legend cup, una delle più belle gare di mountain bike d’Italia. L’associazione che si occupa della corsa gestisce anche il Capoliveri bike park, un parco con 5 percorsi di diversa difficoltà nella penisola di Capoliveri (ovviamente). I 5 percorsi che propongono sono:

Fin dall’antichità questa zona è stata molto sfruttata dal punto di vista minerario, per questo troverete anche un percorso dedicato alle miniere e diverse memorie dell’epoca, che ormai sono chiuse (questo è il sito del museo minerario). Noi abbiamo scelto di fare il percorso Calamita, perché è abbastanza semplice e permette di girare quasi tutta la penisola.

Viste tutte le premesse (associazione che mantiene i sentieri, sito web aggiornato con tutte le informazioni etc…), pensavamo che il percorso fosse ben segnalato e facile da seguire e invece non è proprio così…per questo ho deciso di scrivere la mini guida al percorso che trovate qui sotto, prima di mettervi in sella vi consiglio di dare un’occhiata! 

Isola d’elba in mountain bike: sul percorso Calamita, tra fuori strada, macchia mediterranea e spiagge con acqua cristallina.

Noi siamo partiti da Straccoligno, una frazione di Capoliveri che si trova sul percorso, poco ad est rispetto alla partenza consigliata (alloggiavamo lì). Il percorso passa tutto attorno al monte Calamita, salendolo solo parzialmente. Abbiamo pedalato in senso orario, cosa che consiglio di fare – la salita è più lunga, circa dalla spiaggia di Calanova fino a dopo la fattoria di Ripalta, ma meno in pendenza e veramente spettacolare. Se si fa il percorso in senso antiorario da Capoliveri invece, come propone il sito del bike park, ci si ritrova quasi subito davanti a un muro breve, ma davvero intenso e poi il resto della strada è in piano o in discesa. 

Partiti da Straccoligno ci siamo trovati subito in un paesaggio da sogno, con tutta una serie di calette bellissime e tutte completamente deserte, con acqua trasparentissima. Ci saremmo voluti fermare a fare il bagno e prendere il sole, ma purtroppo eravamo appena all’inizio e ci toccava ancora sudare parecchio sotto il sole…

Su tutto il percorso non abbiamo trovato praticamente nessuna indicazione. Arrivati alla spiaggia di Calanova addiritttura abbiamo trovato una bella sbarra chiusa, con un bel cartello di proprietà privata e divieto d’accesso della tenuta di Ripalte. Siccome non c’era nessun’altra strada a parte quella da cui eravamo venuti, siamo scesi alla spiaggia per chiedere informazioni e lì ci hanno confermato che il divieto è solo per le automobili, mentre bici e pedoni possono passare senza problemi (ma perché non scriverlo?!?). 

A questo punto, passata la stanga, un signore dell’Elba ci ha dato un’altra indicazione senza la quale ci saremmo sicuramente persi: “tra poco inizia una lunga salita, quando arrivate al centro abitato non seguite la strada, ma salite sulla destra”. Perché, ci ha detto, l’Elba ha una forma strana, quindi non sempre è facile seguire la direzione giusta. Se decidete di seguire il nostro percorso, tatuatevi questa indicazione, perché alla svolta non troverete nemmeno mezza indicazione. Non spaventatevi della lunghezza della salita (sono circa 6-7 km), ma non c’è modo di confondersi perché Ripalta è l’unico centro abitato che troverete. La salita da prendere è una rampa bella ripida costeggiata da vigneti. Se sbagliate e proseguite, semplicemente allungherete di parecchio il giro. 

La salita fino a Ripalta è lunga, ma non troppo impegnativa nonostante sia tutta sterrata e in alcuni tratti addirittura un po’ sabbiosa. Tra l’altro è veramente stupenda – si gode di una vista bellissima sul mare e vale la pena di farla con calma, salendo. Da qui nelle giornate di sole è possibile intravedere le altre isole dell’arcipelago Toscano (Pianosa e Montecristo, Giannutri e l’Isola del Giglio) e nelle giornate in cui la visibilità è migliore anche la Corsica. 

Una volta arrivati in cima a Ripalta si prosegue sulla destra nella pineta e dopo poco inizia un’altra salita, un po’ più tosta e sconnessa. Una volta arrivati in cima avrete smesso di salire, il resto del percorso è tutto in piano nel bosco o in discesa, con una vista spettacolare sul mare e le colline ricoperte dalla macchia mediterranea, un profumo che vi accompagnerà lungo tutto il percorso.

Capoloveri è una città molto carina e piena di bar e locali, perfetta per godersi una pausa al fresco prima di concludere (o in conclusione del percorso!). Noi ci siamo goduti in bello spritz e siamo tornati in bici alla spiaggia di Calanova, per farci finalmente quel bagno che aspettavamo dal mattino.

Non so sinceramente perché il percorso sia ancora così poco segnalato, ma spero che nei prossimi anni le cose migliorino. Basterebbe davvero poco per rendere chiaro ai ciclisti dove possono e non possono andare – per fortuna gli elbani sono sempre gentilissimi e disponibili a dare informazioni. 

Se vi interessa un altro giro da fare all’isola d’Elba bici qui ho parlato della nostra pedalata sulla costa del sole, da Cavoli a Chiessi, nella parte occidentale dell’isola (percorso molto molto facile –  veramente alla portata di chiunque!). Anche sul sito del bike park trovate una pagina dedicata ad altri percorsi fuori dal bike park.

 

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