In Polonia ci sono tante città bellissime, ma non riesco proprio a farmi piacere Varsavia. Ci ho provato, ci sono tornata tante volte – da sola, in compagnia, per lavoro o per vacanza. Ma con il sole o con la pioggia, continuo a trovarla un città grigia. Ci sono pochi posti di Varsavia che mi sono entrati nel cuore, ma forse proprio questo li rende speciali.
Il primo è sicuramente il palazzo della cultura, simbolo indiscusso della città e dell’occupazione sovietica. Proprio per questo i polacchi l’hanno sempre odiato, tanto che dopo la caduta dell’Unione Sovietica si era pensato anche di buttarlo giù. Per fortuna è sopravvissuto e ci sono venuta diverse volte da bambina con la mia mamma, compresa quella prima volta nella vita che abbiamo preso un taxi e mi sono sentita una diva del cinema a passarci davanti. Il secondo posto che amo di Varsavia è sicuramente molto più moderno: è la birreria Piw Paw beer heaven. Ha due sedi in città e circa 100 spine di birre nel locale di via Foksal, che poi è il mio preferito.
Un terzo ultimo rimedio al grigiore di Varsavia è il Neon Muzeum. Iniziamo a dire due parole sul quartiere in cui si trova: Praga, ex quartiere industriale di Varsavia, un po’ fuori dai circuiti turistici e oggi nuovo quartiere culturale della città. Infatti il Neon Muzeum si trova all’interno della Soho factory, un’ex fabbrica di motociclette che oggi ospita gallerie di arte contemporanea, uffici di architetti e web agency.
La Polonia sovietica attraverso il neon
Il museo è nato da un’idea della fotografa inglese di origini polacche Ilona Karwinska. Nel 2005 organizza un viaggio in Polonia e si innamora della vecchie scritte al neon di epoca sovietica che ancora si trovano in giro per la città. In Plac Konstytucji, a Varsavia, fotografa il neon “Berlin”. Torna dopo una settimana ed il neon è scomparso, è stato rimosso per un restauro dell’edificio. Karwinska riesce a ritrovarlo e a farlo restaurare. Sarà il primo pezzo della collezione che nel 2012, con l’aiuto del compagno David S. Hill, si trasformerà nel Neon Muzeum di Varsavia.
A “Berlin” si sono aggiunte poi nel tempo circa un centinaio di insegne, come “Tkaniny dekoracyjne” (tessuti decorativi), “Główna Księgarnia Techniczna” (libreria tecnica centrale), “Kino Praha” (cinema Praga). Quasi tutte queste insegne sono state realizzate durante la guerra fredda, tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’80.
La “grande neonizzazione” polacca inizia negli anni ’50, dopo la morte di Stalin. I neon dovevano essere una forma di propaganda, un modo economico di abbellire le città e dargli un aspetto più moderne. La progettazione e realizzazione di insegne al neon era permessa solo ad alcuni monopolisti statali e c’era una lista degli artisti a cui era consentito progettare insegne. Ciononostante, i neon sono stati molto importanti nello sviluppo della grafica moderna polacca e molte delle insegne furono realizzate da importanti designer dell’epoca. Uno dei monopolisti più importanti nella progettazione dei Neon si chiamava PUR Reklama e aveva un team di 2 psichiatri, che si occupavano di indagare la reale influenza sulle persone delle pubblicità al neon (una pratica all’avanguardia per l’epoca).
La qualità dei primi neon prodotti lasciava molto a desiderare e per questo l’insegna della stazione principale di Varsavia “Warszawa Główna”, installata nel 1956, per molto tempo è illuminata senza la lettera “ł”. Le riparazioni venivano ritardate dalla burocrazia e dalla mancanza di liquidità. Negli anni ’60 la qualità dei neo migliora, ma la burocrazia peggiora e la documentazione per poter installare un neon diventa sempre più complicata. Il processo di approvazione di un neon da parte del partito poteva richiedere fino a 3 anni (e nella maggior parte dei casi parliamo di scritte tipo “ristorante”). Tra alti e bassi, la storia dei neon continua fino agli anni ’90, quando come tutto ciò che veniva associato al regime sovietico vengono dismessi.
Oggi la storia di questo micro mondo della propaganda sovietica rivive attraverso questo piccolo museo, vivace e colorato. La passione di Karwinska per i neon si vede in ogni dettaglio: dall’organizzazione della sala e delle didascalie, alle pubblicazioni, i documentari e gli eventi che ha organizzato per far conoscere questo piccolo tesoro del design polacco.
UNA CHICCA: nel 2014 il museo ha fatto installare un scritta al neo sul Most Gdański, un ponte che collega il centro storico di Varsavia con il quartiere di Praga, all’altezza dello zoo. Il neon recita la scritta “Miło cię widzieć “, che letteralmente significa “è un piacere vederti”. Se siete dei veri appassionati di neon, non perdetevelo!

INFORMAZIONI PER LA VISITA
Indirizzo: Soho Factory, ul. Mińska 25, Praga District, 03-808 Warszawa, Polonia
Come arrivare:
Tram 3, 6, 22 e 26 (fermata Bliska)
Bus 125, 135, 226 (fermata Warszawa Wschodnia PKP oppure Metro II Stadion Naradowy).
Orari di apertura
Lunedì, martedì, giovedì e venerdì: 12 – 17
Mercoledì: chiuso
Sabato: 12 – 18
Domenica: 11 – 17
Secondo il sito del museo è possibile richiedere una visita speciale anche al di fuori di questi orari, pagando un prezzo aggiuntivo.
Biglietto
Intero: 13 zloty
Ridotto: 10 zloty
Telefono: +48 665 711 635
Email: info@neonmuzeum.com
Tour guidati:
Minimo 10 persone, durata 45 minuti
Lingua polacca = 120 zloty
Lingua inglese = 150 zloty
Il Neon Muzeum accetta carte di credito ed è completamente accessibile ai disabili.
Sul sito web e sullapagina facebook del museo troverete anche informazioni riguardo a workshop, eventi, proiezioni di film e tour speciali.
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