Come importare a Cuba: la bandiera nazionale e la bandiera del 26 luglio, simbolo della rivoluzione. 

Come si importa a Cuba?

 

Quando ho visitato Cuba una delle cose che mi incuriosiva di più era capire come funzionava la sua economia. Come spesso nei paesi comunisti, in cui le importazioni passano tramite lo stato, ci sono beni che sono semplicemente introvabili (vestiti, attrezzi per il bricolage…). I negozi sono pochissimi ed offrono una scelta molto limitata, nonostante i prezzi siano spesso molto simili a quelli degli Stati Uniti. Pochi mesi dopo il mio ritorno da Cuba, ho avuto la fortuna di incontrare P., che mi ha aiutato a capire qualcosa di più.

P. di lavoro fa l’importatore. Ha vissuto a Cuba per più di 30 anni, la maggior parte della sua vita – ormai si sente quasi più cubano che spagnolo. E’ tornato in Europa da qualche anno per motivi di salute, ma continua il suo lavoro dalla Spagna. La cosa che mi è rimasta impressa di lui è il suo sguardo dolce e molto intelligente e il sorriso timido, un po’ amaro – forse solo realista.

Immagino che avrà sviluppato l’ironia in tanti anni di socialismo reale, dai durissimi anni ’90, quando a Cuba si faceva la fame, alla morte di Fidel e tutti i cambiamenti che ne sono seguiti. Quando si è trasferito a Cuba aveva poco più di 20 anni ed era un giovane rivoluzionario sognatore. Era quello che avremo definito un comunista, partiva pieno di ideali – voleva sviluppare il commercio e la cooperazione tra la sua regione in Spagna e Cuba. Una volta arrivato sul posto, le cose si sono dimostrate un po’ diverse da quello che aveva immaginato, ma un po’ per l’amore per l’isola e un po’ per l’amore per tutta una serie di donne cubane, non se ne è mai andato.

 

Come si vende e compra a Cuba?

 

La prima cosa da capire è che a Cuba tutti i negozi e le attività commerciali sono di proprietà statale o almeno parzialmente di proprietà statale. Ufficialmente c’è solo un modo in cui i beni possono entrare nel paese ed è tramite una gara pubblica. Lo stato sceglie che tipologia di beni acquisterà durante l’anno e apre delle gare. Gli importatori ufficiali registrati a Cuba possono avanzare le loro offerte (tipologia di prodotto/ prezzo) e lo stato seleziona tra 4/5 aziende il miglior fornitore in base al rapporto qualità-prezzo (o con più probabilità, in base a mazzette e accordi vari). L’azienda di P. è una delle aziende autorizzate ad importare a Cuba, generalmente si occupa di articoli pubblicitari, ma spesso si adatta agli articoli che lo stato gli richiede.

A causa di questo sistema di fatto a Cuba non esiste una vera corrispondenza tra domanda e offerta. Se per esempio lo stato un anno decide che la carta da parati non rientra nei budget di acquisti, nel paese (ufficialmente) non ci sarà carta da parati. E non importa quanto le famiglie cubane non vedano l’ora di rivestire la propria casa di carta da parati, non ne troveranno nei negozi. La carta da parati può sembrare superflua, ma vi assicuro che a Cuba si fa fatica a trovare anche beni più necessari, come i lucchetti o le scale.

L’unica alternativa a tutto ciò è il mercato nero. Migliaia di cubani che viaggiano o vivono all’estero entrano nel paese con le valigie piene di cellulari, ferri da stiro, piastre per i capelli. Vengono passati di parente in parente o venduti dalle finestre delle case. Passeggiando per La Habana vedrete spesso porte aperte con una serie di oggetti esposti sui tavoli, sono quasi sempre usati e potete comprarli o barattarli. Ovviamente nessun tipo di vendita tra privati è legale, quindi comprare o vendere in casa significa infrangere a legge ufficiale.

I negozi veri infatti dipendono sempre dallo stato, quindi se anche P. riuscisse a portarsi per esempio un’intera valigia di lucchetti a Cuba, comunque non potrebbe venderla tramite i canali ufficiali. Ha provato in passato ad offrire degli articoli direttamente ai negozi, ma è stato sempre rifiutato nonostante l’interesse dei commessi e dei responsabili dei punti vendita. C’era sempre qualcuno dall’alto che poi diceva di no.

 

Immagine di Che Guevara fuori da un bar di Vinales. 

Quanto costa importare a Cuba?

 

Essere un imprenditore a Cuba non è proprio una passeggiata. Innanzitutto nonostante viva sull’isola da 30 anni e sia sposato con una cubana, P. non può richiedere il passaporto cubano. E in quanto straniero ha un costo della vita completamente diverso. L’affitto ha costi molto simili a quelli che pagherebbe in Europa, ma spesso gli edifici sono fatiscenti e mancano i servizi basilari. Salta l’acqua corrente, i cavi sono scoperti, ci sono buchi nel pavimento.

In caso ve lo steste chiedendo, la ragione per cui a Cuba vedrete così tante macchine d’epoca è che nonostante sia ormai permesso importare automobili, i prezzi sono folli. Se P. volesse comprare un’auto infatti, la pagherebbe 8/9 volte il suo valore di mercato. La differenza di costo è dovuta alle tasse d’importazione, che vanno sempre allo stato cubano. Considerando che una berlina a Cuba può venire a costare anche 100 000 €, persino prendere il taxi ogni giorno può risultare più economico.

Inoltre P. non può assumere dei dipendenti, o almeno non direttamente. Di fatto a Cuba non esistono dipendenti privati o liberi professionisti, se non per alcune professioni che da qualche anno hanno ricevuto uno statuto speciale (es.: autisti). Quindi deve richiedere ad un’agenzia di stato un lavoratore e non lo può scegliere. Paga circa 1000 € al mese per dipendente, ma di questa cifra loro incassano solo 25$, mentre il resto va allo stato. Per dare ai suoi dipendenti la possibilità di vivere in modo decoroso, integra lo stipendio dandogli qualcosa in nero. Lo stato di fatto tollera questa situazione, ma multa il dipendente chiedendogli una mazzetta sui soldi che percepisce in nero. Quindi tassa sia lo stipendio, sia la mazzetta.

Non gli è permesso nemmeno affittare un suo magazzino, ma importa solo su commesse e consegna direttamente o paga spazi altrui per la sosta della merce. In questo momento il governo sta creando una zona franca per gli importatori, dove sarà possibile affittare dei magazzini. P. ci sta pensando ma i costi sono comunque molto alti, dal personale al costo dell’importazione dei mezzi (transpallet, muletti) fino all’affitto, che per gli stranieri è sempre molto più alto che per i cubani.

Ogni volta che vai a Cuba ne capisci di meno, ci ha detto P. alla fine della cena che abbiamo condiviso. Anche sul futuro di Cuba non si esprime. La sua vita è stata come quella di un equilibrista, negli anni ha visto nuove regole e leggi susseguirsi senza che nella sostanza nulla cambiasse veramente. Lui è sempre stato sul filo, tra rinnovi del suo permesso di residenza e gare che poteva vincere o perdere.

Se vi ha interessato sapere come importare a Cuba volete saperne di più, in questo articolo sull’economia cubana ho racconto un po’ di altre informazioni e consigli di viaggio.

 

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