Qualche settimana fa mi è arrivata a sorpresa un’email da Alice, una ragazza di Sanremo che seguo da un po’ di tempo e con piacere su instagram. Mi piace il modo di Alice di parlare di viaggi, con attenzione, con etica, con rispetto. Lo stesso amore e rispetto che si percepisce quando scrive guide i viaggio curate nel dettaglio.
In quella famosa email mi chiedeva di partecipare al Sunshine blogger awards, una sorta di premio per i blogger di viaggio. Si viene nominati da altri autori e si riceve una mini intervista a cui rispondere, poi a propria volta si scelgono 4 blogger di viaggio da nominare. Io, con grande piacere, sono finita nella lista di Alice.
Tutto ciò che riguarda catene e simili mi dà un prurito e un fastidio naturale, probabilmente (anzi sicuramente) per l’attitudine da bastian contrario con cui mi ha cresciuto mia madre. Ma non so resistere quando una persona carina e soprattutto una persona carina come Alice di The lost bag mi scrive. Quindi rispondo con grande piacere alle sue domande e vi invito a dare un’occhiata al suo blog, con consigli precisi e scritti veramente scritti con amore. Potete seguirla anche sul suo profilo instagram per restare aggiornati su tutto quello che pubblica. Non vi consiglierò altri 4 profili di viaggio da seguire perché ogni martedì sul mio profilo instagram già lo faccio a modo mio, consigliando persone che io per prima amo seguire.
Ecco qui le domande che ho ricevuto:
1) Come organizzi i tuoi viaggi e come scegli le mete?
Organizzo i miei viaggio sempre da sola. Anche quand’ero bambina con i miei genitori non facevamo mai viaggi organizzati o in villaggio. Leggo e studio tantissimi articoli, video e contenuti di viaggio e da lì mi faccio venire le prossime idee per le mie partenze. Con Thomas, il mio compagno, abbiamo idee molto diverse sulle mete e questo ci permette di esplorare posti che magari in prima persona non avremmo scelto. Costruiamo i nostri itinerari leggendo libri, guide di viaggio e articoli di blog. Quasi sempre quando siamo sul posto cerchiamo di fare qualche visita guidata oppure uno dei miei amati free walking tour. Perché per quanto si possa leggere su internet, il punto di vista di una guida o di una persona del posto è comunque tutta un’altra cosa.
2) Qual è stato il tuo viaggio più memorabile?
Non saprei sceglierne uno, ma senz’altro tutte le mie permanenze a lungo termine in un paese, quei posti dove ho vissuto e non solo viaggiato: Polonia, Cina, Cambogia. I mesi in un unico posto, dove fare la spesa e uscire al sabato sera con gli amici sono molto diversi dalle 2/3 settimane di vacanze estive. Ma se anche quando ho a disposizione solo quelle, ogni viaggio alla scoperta di un posto nuovo è un’opportunità per cambiare la propria visione del mondo.
3) Hai mai avuto imprevisti in viaggio e come li hai superati?
Certo, a bizzeffe – sia nei miei viaggi in vacanza sia nelle trasferte di lavoro gli imprevisti non mancano mai. In Canada ho avuto un piccolo incidente in macchina e l’autista ha chiamato la polizia (?!), in Cina mi è capitato di non pranzare per il nervoso di non riuscire a comunicare cosa volevo mangiare. E vogliamo aprire i capitoli valigie perse, problemi intestinali, persa in un vicolo buio? Non c’è un antidoto universale a queste situazioni. Ma viaggiare mi ha insegnato la pazienza, la perseveranza e soprattutto l’antica arte della mediazione. Con un po’ di calma si supera tutto! Arrabbiarsi e perdere la pazienza è inutile o peggiora la situazione.
4) Hai mai avuto un incontro che ti ha fatto riflettere o che ha reso il tuo viaggio speciale?
Ce ne sono stati diversi, ma probabilmente uno dei più importanti è stato il viaggio con Ouch Leng, uno dei più famosi attivisti che si battono per la preservazione delle foreste in Cambogia. Con lui e con altri attivisti ho passato 3 giorni a documentare la deforestazione nel paese. Il documentario che ne è uscito, The real defenders, lo trovate qui. Per il resto, tutti i due mesi in Cambogia, vivendo in villaggi senza acqua corrente e con una stuoia come materasso è stata un’incredibile esperienza di vita per me.
5) Qual è il piatto più strano assaggiato o mangiato nei tuoi viaggi?
Probabilmente gli insetti, sempre in Cambogia. Poi tornata in Italia ho continuato l’esplorazione di modi più etici di consumare carne grazie all’associazione milanese Entonone che organizza cene a base di insetti. Ma e’ stata una bella scuola di vita capire che cose che noi buttiamo o consideriamo scarto sono considerati un alimento (a volte prelibato) dall’altra parte del mondo.
6) In quale città o Paese ti trasferiresti subito?
Qualunque. Lo dico davvero, ogni tanto dico al mio compagno “se ti offrissero un lavoro all’estero, ovunque, io mio licenzierei all’istante e verrei con te”. Per me non si tratta di andare in un posto specifico, ma di esplorare. Non c’è un angolo del mondo dove non ci sia qualcosa di interessante da vedere e conoscere. Io sono aperta, perché nella vita spero di avere modo di fare più esperienze possibili.
7) Quale viaggio hai ancora chiuso nel cassetto?
Ne ho molti. Con il mio compagno, avendo gusti opposti, ci alterniamo e scegliamo uno per uno i posti da visitare. Io sono attratta dall’esotico, dall’estremo, tanto più è diverso e sconosciuto tanto meglio. Nei prossimi anni mi piacerebbe esplorare i più l’Africa e il sud America, due continenti che conosco ancora troppo poco.
(bonus) Sei metà italiana e metà polacca, hai vissuto anche in Cina e Cambogia. Cosa porti dentro di te di queste esperienze di vita all’estero?
Il fatto di essere nata in una famiglia con una doppia nazionalità ha cambiato tutto per me. Nascere divisa tra due paesi, due lingue, l’educazione alla montagna e all’arrangiarmi dei miei genitori mi hanno reso quello che sono oggi. Per quanto riguarda vivere all’estero, così come tutti i viaggi che ho fatto sola, sono esperienze che mi hanno insegnato a stare bene con me stessa.
Se volete leggere l’intervista di Alice e capire come lei concepisce il viaggio, la potete leggere qui.
Commenti recenti