Banja, la sauna russa: fascina di foglie di quercia, utilizzata durante la Banja per spostare l’aria calda all’interno della sauna.
In ogni viaggio c’è sempre qualcosa di imprevedibile – ed è questo il bello. Durante il mio ultimo viaggio in Russia per esempio mi è capitato di fare in modo del tutto inaspettato un’esperienza per cui sarò sempre grata: la mia prima Banja, la sauna russa.
I nostri padroni di casa russi in quell’occasione sono stati di un’ospitalità e di una gentilezza incredibile – ci hanno riempito di cibo georgiano e vino fatto in casa con uve di Crimea. Ma la cosa che non dimenticherò mai di quella giornata è quando ci hanno offerto di portarci nella loro Banja di fiducia, la versione russa della sauna. Si trattava di un piccolo edificio in legno circondati dagli alberi, un angolo di pace nella periferia di una grande città russa tutto riservato per noi.
Ma il vero spettacolo ci aspettava all’ingresso, un omone a torso nudo e con un cappello da sauna in testa che ci urlava “Buongiorno” con pesante accento russo. Era il nostro primo incontro con Dimitri, nostro anfitrione e guida nel mondo della sauna. Dimitri nella vita faceva il commerciale, ma ha deciso di mollare tutto e seguire un corso professionale per diventare operatore di banja. I nostri ospiti russi lo vedono ogni settimana per una sessione di sudore e massaggi a base di erbe naturali.
C’è da dire che Dimitri e i nostri padroni di casa avevano idee leggermente diverse su come affrontare la Banja. Dimitri ci ha accolto all’ingresso con una tavola imbandita di una selezione di snack della salute, tipo frutta fresca e secca, noci con miele, mele cotte al forno. I nostri ospiti sono entrati scaricando dalla macchina bottiglie di birra ambrata, vino e vodka tutti rigorosamente fatti in casa. Hanno anche usato la piscina esterna con cui ci saremmo dovuti raffreddare per tenere le birre in fresco, a mollo. Nel frattempo, noi ce ne stavamo con in mano contemporaneamente un bicchiere di vino e una tazza della tisana di erbe naturali di Dimitri, così, per non scontentare nessuno.
Mi era già capitato di provare la sauna finlandese e la Banja, la sauna russ, è molto simile. Le temperature però sono più basse (55-60° contro gli 80°-100° della Finlandia). Secondo Dimitri anche la sauna finlandese un tempo era meno calda, ma quando è diventata una comodity e i finlandesi hanno iniziato ad averne una in ogni casa (magari pure elettrica) le temperature si sono alzate. In Russia invece si è rimasti alle origini.

Il dilemma atavico tra una vita di privazioni o una vita di perdizioni: la Banja si accompagna con vino o tisana?
Il lavoro di Dimitri era quello di guidarci e prendersi cura di noi, in modo da godere al massimo dei benefici del calore. Questo ovviamente l’ha resa molto diversa dalle mie precedenti esperienze di sauna in Finandia, completamente autogestite e quasi a rischio incendio, con le temperature e i tempi gestiti a random.
Dimitri invece aveva tutto programmato, con tempi e diversi tipi di massaggi da fare. Nel caso voleste replicarli per la vostra Banja li riassumo qui sotto (certo, senza di lui non è lo stesso!). Vi serviranno miele, frasche di svariati alberi e qualcuno disposto a massaggiarvi in modo rude.
Abbiamo iniziato passando solo 5 minuti all’interno della sauna. Dimitri ci ha spiegato che la posizione migliore da adottare è stare stesi, perché in questo modo il calore picchia di meno. Nel frattempo lui ha usato delle frasche di tiglio per spruzzare acqua di fiume fresca sulle pareti della sauna, in modo da renderla più umida. Dopo questa prima breve permanenza non ci siamo buttati in acqua, ma solo seduti all’esterno a rilassarci. Non era ancora il momento per lo shock termico.
Il secondo round è stato già più impegnativo, il tempo di permanenza è passato a una decina di minuti. Oltre a spruzzare con le frasche di tiglio le pareti, questa volta Dimitri ha anche usato delle frasche di quercia per muovere l’aria calda all’interno della sauna dall’alto al basso, gettandola ad ondate su di noi (vi assicuro che scotta). Alla fine però, ci è stato concesso un meritato tuffo nell’acqua gelata, ovviamente scostando le bottiglie. E’ importante bagnare sia il corpo sia la testa – non ci devono essere squilibri di temperatura.
Il terzo ed ultimo round l’abbiamo fatto in solitaria, uno alla volta. Dimitri mi ha fatto stendere su un letto di frasche di tiglio, prima da un lato e poi dall’altro. Ha usato di nuovo le foglie di quercia per gettarmi calore prima sui piedi, poi sulle braccia – ed era come se ci passasse un tizzone ardente. Poi ha usato le foglie di betulla per farmi un vigoroso scrub, massaggiando energicamente tutta la pelle. Alla fine, per farmi riprendere da botte di calore e sfregate, è passato ad un massaggio a base di miele di girasole. Mi ha spiegato che il miele di girasole non è generalmente consumato come alimento, ma ha ottime proprietà assorbenti ed è più economico degli altri mieli di fiori – quindi è perfetto per la sauna.
Finito il trattamento, sono tornata a buttarmi nell’acqua gelata, con Dimitri che mi incitava urlando “Garibaldi!”. Probabilmente qualcosa lo aveva convinto che delle 5 parole di italiano a lui note quella fosse la più appropriata (d’altronde che fai, gridi pizza o buongiorno?).
Per il resto del pomeriggio siamo rimasti all’aperto, a rilassarci stesi con la pelle che sapeva di bosco. Dimitri si è offerto anche di farci un massaggio e credo che mi abbia scrocchiato a mano praticamente tutte le ossa della schiena. Per fortuna a quell’ora del giorno ormai la quantità di vino ingerita abbassava la soglia del dolore.
Se passate dalla città di Rostov sul Don, non posso che consigliarvi di provare l’incredibile esperienza della Banja con Dimitri, che parla un po’ di inglese ed è un mito indiscusso (lo trovate anche su instagram). Ma dovunque siate in Russia il consiglio che vi posso dare è fare la Banja e se potete di provarla con qualcuno del posto. Perché a renderla speciale non è solo avere un massaggiatore, ma la è l’ospitalità e il calore dei russi (specie dopo qualche bicchiere).
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